venerdì 19 giugno 2015

5000 Soci, 5000 Storie (parte 1 di 5)


This post / project is: 

1. A collection of stories and lives around ArtCasa and Lisbon; 
2. A proposal for cooperation to help the growth of a creative factory; 
3. A search for collaborators to translate the stories in English and Portuguese; 
also for future initiatives. 

Questo post / progetto è: 
1. Una raccolta di storie e vite vissute in ArtCasa e a Lisbona; 
2. Una proposta di collaborazione per aiutare la crescita di una factory creativa; 
3. Una ricerca di collaboratori per tradurre i racconti in inglese ed in portoghese; 
anche per iniziative future. Buona lettura! 

"5000 Soci, 5000 Storie" 

Post / Progetto di Simone Faresin. 

LX
La Vita è bella, quasi sempre. Prendere o lasciare. 
La povertà è brutta e triste, quasi sempre. Prendere o lasciare tutto. 

La povertà è brutta anche quando ti limita nel fare qualcosa
che sarebbe realmente necessario fare o che desideri ardentemente. 

Non riuscire ad organizzare una Rivoluzione per il proprio paese 
è scocciante. E mi tocca assistere all'esecuzione, lenta, 
per molti "inesorabile" 
quando invece anche le traiettoria dei pianeti cambia, 
senza e-mail di pre-avviso. 

"Ci scusiamo per l'incomodo causato" Plink! 
Plink! è lo splendore nel sorriso della Signorina dell'Assistenza. 
Gentilissima. 

Quanto tarda il cambiamento che migliori questa società umana?  
Società, si chiama società 
e significa che ne facciamo parte, 
la alimentiamo ma ne siamo anche azionisti. 
Eh, lo so che non si direbbe.  
Per fortuna siamo vivi. Chissà cosa vuol dire?  
Vita, che fenomeno, tutta da capire ma nel frattempo 
è interessantissimo affrontarla. 

"La Vita è tutto quello che succede mentre noi parliamo d'altro.

Non l'ho mai apprezzata questa definizione di Oscar Wilde, 
ma osservando il complicato sistema in cui viviamo, 
non ha tutti i torti. Siamo distratti o fanno di tutto per distrarci. 

"Raggiungerai la saggezza solo se diverrai sordo ai rumori del mondo."  

Questa frase di Seneca mi convinse a leggere un suo piccolo manuale 
dal titolo un po' presuntuoso: "Guida alla Saggezza" 
e mi si spalancarono le porte del mondo filosofico. 

Effettivamente i "rumori del mondo" non solo distraggono 
dall'essenza del vivere, ma ci stanno anche stravolgendo tutto;  
stiamo perdendo i punti di riferimento, come una bussola impazzita. 

Quindi, pronto a fotografare una molotov in volo, 
di bombe ne accendo altre. Si innescano con un click! 
o premendo un tasto Invio. 

I desideri invece come si concretizzano? 
Per ora ho capito che bisogna desiderare ardentemente, 
lanciarsi in quella direzione e, incredibile ma vero, 
a volte si realizzano. 

Riuscire ad aprire uno spazio, bello,
che propone Cultura e accoglie bene chiunque arrivi, 
con pizza, da bere, da ballare, 
il tutto con quattro soldi, 7 Soci e tanta forza di volontà 
è stata una soddisfazione notevole.
Soddisfazione che si trasforma in altra energia, 
carburante naturale ed elisir di felicità e sano appetito per la Vita,
appetendo di tutto.

E non uno spazio qualunque, ArtCasa è: 
una casa di 250 mq in centro a Lisbona, stupenda capitale del Portogallo
e capitale europea. ArtCasa è ubicata tra lo storico Bairro Alto e la caratteristica Bica,
sulla via che porta all'Adamastor, socialissimo miradouro della città;
da cui ammirare altri tetti, tegole, piccioni, abbaini,
un fiume grande come un lago che sfocia poco più avanti nell'Oceano Atlantico 
e mille, anzi, 5000 motivi per passare di Qui e fermarsi un attimo a respirare 
e a contemplare l'azzurro intensissimo di questa parte di cielo. 

Tutta questa Sig.ra Presentazione
non è una pompa magna per vendervi la Tessera di Socio ArtCasa, 
ma è una pompa magnificamente fatta di soddisfazione. 
Se ti stai chiedendo chi dovrebbe fare una pompa a chi? hai dei problemi. 

In 9 mesi di attività l'Associazione ArtCasa.pt ha raggiunto e superato i 5000 Soci, 
iscritti regolarmente con tanto di Tessera Socio ArtCasa,
numerata e con validità per l'anno in corso. 
Come tutte, certo, è un'Associazione. 
Ma prima di tutto è una casa.  
Per chi? Per tutti! Per chi l'ha aperta, per chi la visita, per chi la vive.  
Per una notte o per mesi, per una pizza o per un concerto, 
o entrambe le cose e tanta birra, a fiumi, spillata direttamente
dall'unico Socio Portoghese del gruppo: João; 
che bene ha difeso la sua posizione, tra questo gruppo di matti 
tutti immigrati, che ha aperto questa casa e l'ha resa una parte di Lisbona.
Una parte malouca della Signora Città che è Lisbona.
Ma oltre a far stare a suo agio il Socio come il visitatore,  
l'associazione ha sempre proposto ottima musica, corsi ed esposizioni interessanti. 
Personalmente, la parte più interessante è quella umana, 
condita da sensazioni a pelle, esperienze, storie, fatti e fattoni.
A partire dai Soci fondatori: 

- Aires, potente rappresentante di Capo Verde, 
assomiglia al personaggio di Major Lazer
A lui il premio "Bella pensata" o anche "Bella lì zio"
per aver bloccato al volo la casa con contratto di locazione 
e per aver accettato noi come "Super Mega Staff" che ha reso Artcasa un posto fixe 
con la stessa rapidità con cui un adolescente scrive e invia un sms. 

- Andreas, Romano Gran Maestro della Pizza, già amico in precedenza ai fatti, 
insieme a Mino, di Andria, dalla "provincia di Batman" BAT, 
che in realtà è una fantastica triade tra Barletta, Andria e Trani. 
Andreas & Mino erano già uniti "negli sbattimenti" con il loro progetto 
"Una Pizza in Compagnia" che portava a casa dei clienti, in bicicletta, 
pizza e pizzaioli, te la preparavano spiegandone le varie fasi  
e la sfornavano ai felici mangioni. Adesso e' anche una pizzeria! 
Andreas sa fare qualsiasi cosa con uno strumento in mano, 
per questo si è guadagnato il soprannome di "McGyver"
Se non erro, è anche il padre del termine "galinha" per indicare uno spinello. 
Perche' la gallina, quando la prepari, la devi spennare 
e una cima resinosa d'erba indoor richiede un procedimento simile, 
a staccarne le parti appiccicaticce con le dita, sembra che la stai spennando.  
Quindi: Galinha. Degenerato anche in "Gàllinger" e divenuto anche urlo di richiamo tra Soci 
"Gaaaa-linhaaa" e detti saggi tipo "Galinha nunca espera" per giustificare il fatto
che se ti perdi in chiacchiere e non ti accorgi che non ti hanno passato la canna,  
sono cazzi tuoi. 

- Antonio, genuino amico Napoletano con cui ho condiviso
l'ascesa al momento apice di allegria e delirio vissuta a Lisbona, oltre che 
una precedente convivenza e quasi tutte le mirabolanti serate qui nella "LX". 

- Raffaello e João, uno Milanese (scoppiatissimo, più di me)
e l'altro il migliore Socio Portoghese che potevo incontrare. Che coppia. 
Raffello è un personaggio, i primi mesi sono stati un vero Delirio e ore e ore e ore di lavoro, 
nel delirio costante, ci hanno fatto fermentare come il vino nelle botti. Che botto! 
Inizialmente almeno il lunedi ed il martedi erano serate tranquille, ma poi... 
"Tranquillo" e' un fiore in un prato, fino a quando non lo cogli. 

- João, Barman di punta, oltre che l'unico a potersi definire 
"una persona responsabile" tra noi pazzi scatenati. 

- Tin, Sloveno; scaltro e giovane imprenditore, ha una scuola di Surf e, se non il migliore, 
uno dei migliori appartamenti con terrazza che ci sia a Lisbona, dove, grazie a Dio
e grazie a Tin, ho vissuto per numerose feste in terrazza e poi, finalmente,
ho vissuto lì per dieci incredibili mesi al top, come direbbe Crozza imitando Briatore. 
Proprio in quell'appartamento, su quella terrazza e, 
se tirava vento forte, nel salotto, abbiamo fatto le riunioni 
che ci hanno portato ad organizzarci come gruppo informale (ma speciale) 
e a trovare una sede per la futura associazione. 

- io, Simone, dalla splendida Gallarate; carico come un pannello solare, 
carico come la slitta di Babbo Natale nella sua unica notte di lavoro, 
carico come la tensione in Ucraina e carico come i loro fucili, 
se utilizzo ancora la parola carico svengo e scarico la colpa sul maggiordomo. 

http://sosteniamopereira.blogspot.pt/2014/04/artcasa-lisbona-il-triangolo-si.html
Lisbona a volte sembra sospesa nel tempo. 
Ma le storie di chi la vive no, sono soggette al tempo, taggate, modificate, 
passate di mano in mano e cucite addosso a chi le vive e a chi le racconta, 
passando un testimone, passando delle realtà 
diverse da quelle che crediamo già di conoscere. 
Siamo tutti di passaggio.
"Se non ti godi il viaggio, la meta non ha senso." 

Una volta un amico cantante, Andrea, (oh, è pure finito a San Remo!) 
mi aveva chiesto una mano per scrivere questa frase, gigante,
lungo la strada provinciale. Non ricordo perche' non lo abbiamo mai fatto alla fine, 
forse il preventivo per il biancone e per i rulli lo aveva spaventato. 

Questo mi riporta all'inizio di questa narrazione, quando parlavo della povertà.  
Già, la povertà, questa miserabile invenzione,
questa triste conseguenza dell'invenzione stessa del vile denaro
e del concetto di AVERE anteposto all'ESSERE, anche all'Essere Umano,
non solo grammaticalmente o filosoficamente.
Quel limite apparente, 
quella costante presenza, lurida puttana, fissa sempre allo stesso lampione. 
Troia di una povertà, bastarda schifosa, scintilla d'inizio di molte reazioni concrete.
Per motivi di costo, devo contenere tutte le storie che volevo raccontarvi 
"5000 Soci, 5000 Storie" lo teniamo come titolo, che suona bene 
ed è fedele alla realtà, già ampiamente superata.
Ormai saremo oltre i 8750 Soci e "Avanti tutta!" 
Invece che "il 5 per 1000" della Chiesa Cattolica, faccio "diviso 1000 fa 5"  
che ha un senso, lo scoprirete, credo. 


Storie:

1. La carica del mille e uno. 
2. Un paese tagliato in due. 
3. I tre ombrelli. 
4. La giovane coppia da Donetsk. 
5. Roda de Samba.  

Se vi piacciono, potremmo raccontarvene altre. Vedremo. 



1. La carica del mille e uno. 



1000! 
Mil-le! Mil-le! Mil-le! 
Coretto allegro, si battono le mani, si saltella con convinzione 
tipo "Chi non salta un coglione è è! Chi non salta un coglione è, è!
ma il momento e' più importante di un semplice coretto da stadio, 
si sta facendo la tessera Socio di Artcasa numero 1000. 
Ivano, da Napoli, da poco atterrato nuovamente a Lisbona, 
sigla con la sua firma la tessera 1000 che per i Soci di Artcasa significa 
una scarica di shots a go-go coinvolgendo tutti i presenti vicini al bancone del bar. 
La cucina si anima, entusiasmo a mille, appunto. 
In automatico scatta l'afrobeat angolano a far ondeggiare i fianchi a tutti, 
il volume passa al livello cafone e si esulta di gioia. 

Cazzo, che soddisfazione. 
Ivano, oltre che il Socio 1000, è amico di Antonio da tempo memore, 
dagli scooter e dalla scuola dell'obbligo. Tanta roba. 
Hanno anche convissuto insieme qui a Lisbona, nell'oscura dimora 
che ospitava 4 uomini e la più grande collezione di bottiglie di vino vuote 
che abbia mai visto. Ma di zucchero per il caffe' neanche un granello. 
Ivano e' stato anche mio collega in uno di quei posti 
che ti spacciano per un lavoro, in un call center che abbiamo già ribattezzato 
in vari modi, il più simpatico è Teleperforza. 
Dimensione surreale, senza precedenti, asservita al consumismo puro. 
Ma pur sempre un lavoro e, per me, grande occasione di ritrovarsi 
in una nuova meravigliosa città con tanti nuovi amici ed un'intera comunità. 
Tra cui anche Ivano, il 1000, senza Garibaldi. 
Da quel callcenter ci siamo passati insieme all'inizio dello "sbarco a Lisbona" 
come anche per Antonio e Mino. Antonio già c'era dall'estate precedente.   
Io dopo un anno in quell'azienda, un giorno sono andato in pausa pranzo 
e non sono più tornato. 
Sono rimasto alla bettola vicino a bere birra fresca e a vedere Ben Hur in tv. 
Ero quasi commosso: Ben Hur cazzo, Ben Hur! 
Sara' stato più di un quarto di secolo che non lo vedevo. 
Bellissimo. Rafforzò le mie riottose intenzioni 
e aprì meravigliosamente la mia nuova vita da disoccupato all'estero. 
Anche Andreas c'e' passato. Andreas ha resistito solo 15 giorni. 
Ivano, invece, non ha neanche finito il corso di formazione e ha mollato il colpo. 
Peccato, perche' torno' in Italia dopo serate indimenticabili, 
facendomi riassaporare, con malavoglia, quel dispiacere nel doversi separare 
da qualcuno con cui ti trovi benissimo. Eh, la Vita. 
Ma vedi, già tornato tra noi a Lisbona 
per scatenarsi e vedere cosa siam riusciti a combinare di buono nel frattempo. 

E non da solo. 
Con Ivano è venuto anche Nino. 
No, non Nino D'Angelo, tranquilli. 
Nino, da Napoli, nel paese dei Nuno. 

Nino fa parte del consolidato trio napoletano di amici con Antonio e Ivano. 
Mi mancava, forse l'avevo già sentito nominare. 
"Ma certo che te ne ho parlato altre volte!" direbbe subito Antonio. 

Nino fa la tessera appena dopo Ivano 
e pone la sua firma sulla tessera Socio 1001. 

Ivano a somiglia molto a Ryan Gosling. 
Nino e' un mastino napoletano, massiccio, 100kg di 'guaglione 
per un metro e novanta d'altezza. 
Scarponi militari giganti con cui poteva calpestare contemporaneamente dodici persone, 
manone da boscaiolo ma l'animo sensibile di un artista. 
E, ovviamente, tutta la scomposta follia che alberga in un artista. 
Nino e' arrivato preso bene, e' un'artista e ovviamente e' più che interessato 
al fatto che un amico abbia aperto un posto per artisti. 

Siocializzo con Nino e poi entro nei dettagli, spiego che oltre alle esposizioni 
ArtCasa dev'essere un luogo d'incontro per gli artisti, un'occasione per dialogare, 
organizzare progetti congiunti, stimolare collaborazioni. 
Il mio solito disco sul Sodalizio tra creativi, così importante, così fondamentale, cazzo! 
Nino risponde ai miei input in maniera inaspettata. 
Interessato a produzioni musicali e video, mi espone esempi concreti di come si potrebbe 
iniziare a collaborare. Nei pochi giorni che rimane in visita, ci scambiamo idee 
e ci focalizziamo sui servizi che potremmo realizzare, collaborando con altri: dj, rapper, band 
e tutto il brulicante sottobosco creativo Lisboeta. Buona parte di questo sottobosco 
passa direttamente da ArtCasa. Carpe diem! 
Metto a disposizione casa e contatti. 
Nino e' preso benissimo, se ne torna a Napoli con Ivano a vacanze finite 
ma con la promessa di tornare a breve con tutta la sua strumentazione 
per produrre musica e video. 

Vista la fatica che si fa a fare qualcosa, io sono ovviamente soddisfatto 
di questo incontro e di questo nuovo compagno di avventure. 

Due mesi dopo Nino torna, come anticipato, con una Radio Web pronta 
"Radio Adamastor" più etichetta discografica indipendente registrata 
e con tanto di Mac, Reflex digitale e strumentazione audio per produrre musica. 
Trova una stanza libera nel mio stesso palazzo, così che possiamo lavorare più facilmente. 
Inizia un brainstorming per scegliere una produzione indipendente da realizzare insieme, 
una sorta di "prima creazione" partorita insieme. Nino ha creato una traccia audio sua. 
L'ascoltiamo più volte insieme. Bella, mi convince. Pensiamo ad un video da realizzarci sopra. 

Il vantaggio di lavorare su una traccia originale e' che 
sia il produttore della traccia, sia il regista del video, 
hanno il vivo interesse nel pubblicizzare il prodotto finale: la clip, affidandola ai quattro venti. 
Quando crei qualcosa, quello che serve poi e' un pubblico, promozione per tutti gli allegri partecipanti, 
occasione per ricevere critiche, apprezzamenti, punti di vista e, 
nei casi più fortunati, ricevere in risposta un richiesta: ovvero un'opportunità di lavoro.  
Un'occasione per produrre un altro video, magari con un budget, ridicolo o meno che sia. 
Da cosa nasce cosa e di solito, da un video per una band di amici, dalle foto ad un matrimonio, 
dal backstage per un concorso, poi arrivano altre richieste e... il passaparola! Non sottovalutatelo mai. 
Da un favore all'amico si passa ad un lavoretto per qualcun altro, 
ad un rimborso simbolico di 100€, ad un lavoretto vero e proprio, collaborazioni, altri incontri, 
altre opportunità e chissà cos'altro succederà. 

Sfruttando la rete crescente di contatti e la visibilità di ArtCasa, l'idea e' crearsi un lavoro 
e contrastare cosi' l'esigenza di un lavoretto qualunque, evitando di perdere tempo 
e ottimizzando le giornate in qualcosa che si ama e che e' uno strumento per comunicare. 
Con chi? Con tutti. Linguaggi universali. Arte, creatività, espressione, vita, contaminazioni. 

La "presa bene" (motivazione) si gonfia come un cobra prima dell'attacco. 
Nel frattempo che ci si organizza, ovviamente, esploriamo insieme Lisbona;
gliela presento nella sua forma migliore: giornate di sole, cielo azzurro, nuvoloni bianchi giganti 
che passano silenti come le grandi navi nel porto. La sera lavoro in ArtCasa e Nino e' quasi sempre presente, 
anche solo per starsene seduto in poltrona. 
Antonio lamenta che dovrebbe girare di più per la citta', esplorarla, lanciarsi, come abbiam fatto noi. 
Ma non siamo tutti uguali per fortuna. 

L'unico step che non parte subito e' la radio. Nonostante gia' esista l'etichetta 
"Adamastor Label" e l'attrezzatura basica per gestire la radio web,  
gli altri Soci (esclusi io e Antonio) non vedono di buon occhio l'idea di limitare una stanza 
a ufficio/stazione radio web. (?) + (?!)  
Sembra stiano correndo il rischio di perdere una gamba 
ma stiamo parlando dello stanzino più piccolo e angusto della casa. 

Vabbuò, pensiamo ai video. A furia di ripeterlo ormai ci credo davvero. 
Abbiamo da fare un videoclip in ArtCasa, abbiamo l'opportunità di fare un videoclip 
alla "Macchina Volante" una band di qualità oltre che buoni amici. 
C'e' tutta una serie di opportunità che vale la pena affrontare a colpi di REC e tagli su Final Cut, 
i video sono la forma di comunicazione attuale più efficace, promozione per tutti e intrattenimento. 
La funzionalità è cosi' evidente che a non filmare e a non editare subito, mi sento quasi in colpa. 

Intanto le giornate si inseguono correndo, tra i vicoli del Bairro Alto, tra le gambe lisce e depilate 
di qualche principessa di origini esotiche, tra cenette e festini, aperitivi improvvisati al miradouro, 
deliri, nottate, la cassa che spinge, musicisti che s'interessano al progetto di Nino e viceversa; 
benessere in generale e lasciarsi trasportare dalla corrente, quando non si ha troppa voglia 
di edificare ponti e castelli per aria. 

La soddisfazione tuttavia è proprio vedere come si riesce a gettare le basi per le fondamenta, 
nonostante Lisbona sia una sirena spiaggiata che continua a distrarre con il suo canto, 
ammaliando e seducendo, un bel viso incorniciato tra i capelli lunghi, nero corvino, 
un po' incrostati di salsedine... il suo seno nudo e' prosperoso, 
la puzza di pesce passa in secondo piano. 

Frutta e verdura fanno bene, rendono anche più felici; "Sai che scoperta" penso io 
guardando i titoli del Tg, ma quello che a Lisbona rende felici e' anche il piacere di incontrare, 
conoscere e baciare mezzo mondo, dire "ti amo" in tutte le lingue, qui non è il titolo di un film,
qui e' la quotidianità, avvinazzata o meno. 
A Lisbona respiri, ti senti a tuo agio, non se la mena nessuno. 
Se dai confidenza, sono tutti curiosi di sapere il tuo punto di vista, di sentire la tua 
e ribattere a modo loro. Nascono interessanti discussioni. 
Adoro confrontarmi con gente di ogni parte e credo. Si cresce molto più in fretta, 
si conoscono altri punti di vista, si identificano valori che non prendiamo in considerazione, 
dettagli che sottovalutiamo, si confermano alcuni luoghi comuni e si scoprono nuove mete. 
Passeggi anche in solitaria, senza una meta precisa e trovi sempre qualcosa che ti stupisce, 
che t'incanta, che mette il buonumore e ti disegna un bel sorriso contagioso sulla faccia. 
Baciato dal sole mi lancio per le scalinate ripide e ammaccate, mi infiltro tra vecchie case decrepite, 
mi emoziono per mille dettagli, occuperei mille case per farle rifiorire e riecheggiare di allegria; 
occuperei giga e gigabyte à vontade con fotografie con cui urlare al mondo "Adoro questa citta', adoro la Vita!". 
Ti amo Lisboa, amo-te, adoro-te! 

Nino non lo so se la ama, per ora l'apprezza. 
Beh, facile per un Napoletano sentirsi a suo agio a Lisbona. 
La somiglianza per certi aspetti e' notevole. 
Città elegante, una storia intrecciata con il porto e con tutte le storie approdate e salpate 
tra secoli, mutamenti, fatti altalenanti, idee cangianti ed un continuo elogio all'impermanenza; 
strappando forza ad ogni concetto, mandando in erbe ogni convinzione 
e lasciando a nudo la fragilità di esistere. 
A Lisbona la fragilità di esistere la percepisci come l'oro più grande che si possa trovare 
nel profondo di ciascuno, setacciando l'anima, brillando di gioia 
per una giornata al sole, con amici, spensierati e azzardati. 
Di questa fragilità te ne fai vanto, capendone la bellezza, capendo la potenza piena e tonda 
di ogni voglia, desiderio e follia che la giornata t'ispira e poi col vento, di notte, ti riporta via. 
Instabili, senza troppe preoccupazioni o responsabilità, leggeri dentro più di un crackers, 
lasciando tutto lo spazio libero per accogliere nuova vita, nuove emozioni. 

Una mattina ci ritroviamo in terrazza a Lapa, io e Nino. 
Io sto facendo un time lapse dell'alba su Lisbona con la GoPro 
"Fino a che la batteria non ci separi" 
e Nino si e' piazzato con il Mac a creare musica. 

Tutto perfetto, temperatura, visuale, tutto nitido. 
Fumo l'ultima. Nino non fuma e non beve, mi spiega che non può. 
Le uniche info che ho su di lui sono che se l'e' passata male per la morte del padre, 
lutto piuttosto recente e ha fatto anche uso di farmaci. 
I farmaci sono legati anche ad un'altra brutta esperienza. 
Non chiedetemi come, perche' per delicatezza non gli ho mai fatto questa domanda, 
fatto sta che Nino si fumava eroina convinto che fosse oppio. 
Merito di uno spacciatore fantasista. L'eroina costa meno, la coca e l'oppio costano di più. 
Così m'ha detto Antonio e così m'ha confermato Nino. 
Mi ha mostrato il braccio sinistro e mi ha fatto notare le cicatrici e 
l'assenza del gomito, ovvero: dove dovrebbe esserci uno spigolo naturale 
a lui hanno smussato l'angolo. Sono i segni rimasti 
da una caduta dal secondo piano di casa sua, quando si lancio' dalla finestra 
in preda ad un'allucinazione. 

Nino si apre come un'ostrica e sputa fuori la perla. 
Mi parla della morte del padre, del funerale, di come si sono comportati i suoi amici 
o quelli che considerava amici. La parte peggiore e' quella legata alla droga. 
Aveva letteralmente dato di matto e alla fine la follia lo spinse a lanciarsi dalla finestra.  
Convinto di essere di fronte al diavolo, si scagliò contro di lui per distruggerlo. 
Ma invece che distruggere il male, uscì male dalla finestra e si distrusse mezzo. 
Fu ricoverato e alle analisi non puoi mentire, 
c'erano tracce chimiche evidenti della porcheria che si era preso. 
Lo imbottiscono di farmaci, drogandolo ancora di più, 
alla faccia del trattamento sanitario. 
Lo trattano come un sanitario, come riversassero porcheria direttamente nel cesso, 
ma è pur sempre un giovane 27enne. 

Per fortuna creatività e passione lo tengono a galla. 
Ora ha smesso con tutto, farmaci compresi. 
Mi spiega che dall'eredita' riceverà una buona fetta e vorrebbe investirla a Lisbona. 
Sconsigliatogli di "aprire qualcosa" rimango fedele alla linea "attività che nasce nel sottobosco" 
perche' non conviene rischiare di buttare soldi, meglio partire con calma eliminando i costi. 
Ecco perche' lo studio fatto in casa e ArtCasa come ufficio/campo base 
va più che bene. Muovendosi tramite contatti e reti sociali si può fare molto, 
integrando presentazioni video e belle iniziative, si può fare ancora di più. 

L'unico investimento utile/intelligente per Nino è una bella telecamera da reporter. 
Una sventola digitale da quasi 1000 euro. Mil-le! Mil-le! 
Io, fondamentalista del risparmio integralista e "impariamo dai Cinesi" 
(o per correttezza di eventi, "copiamo i Cinesi" dopo che loro hanno copiato noi) 
propongo una reflex digitale meno costosa, 
anche per non dover passare un anno a fare lavoretti video solo per rientrare del costo della videocamera, 
ma Nino sembra fortemente intenzionato a comprarsi "quella più grande, potente e professionale" 
e ricordandomi che i soldi sono suoi, non insisto. 

Il sole è ormai alto, caldo, io sono stanco e pure fatto. 
Lo lascio sul tetto a creare al mac e mi rintano nel mio stanzino. 

La settimana successiva arriva il primo lavoretto per affermarci ufficialmente 
come 'Sezione Video ArtCasa' e ci va pure bene, il migliore (o uno dei migliori) musicisti Italiani a Lisbona, 
Francesco Valente, deve registrare con uno dei suoi gruppi presso uno storico studio di registrazione. 

Perfetto, ho procurato un buon inizio: studio di registrazione storico, 
band jazz di qualità con Signori Musicisti... 
Tutto più che ottimo, ovviamente a gratis. 
Fare bene un lavoro porta altri lavori. Peccato solo che la sessione di registrazione è nel pomeriggio 
e io sono in ufficio... Maledizione!  
E non mi posso permettere di chiedere un favore o di assentarmi un giorno, 
sto già mantenendo un pessimo profilo in condotta, detengo il record aziendale di ritardi 
e assenze ingiustificate. 
Propongo ad Antonio di andare lui a fare le riprese con la GoPro. 
Gli faccio un corso rapido su come usarla e sulle varie funzioni, Nino si occuperà del montaggio. Perfetto. 
Non nascondo l'emozione pe la prima tappa di quello che potrebbe essere un bel percorso insieme. 
La fortuna aiuta gli audaci, la stessa ArtCasa è una dimostrazione di questo.  

Arriviamo al giorno delle riprese. 

Come una mamma apprensiva, mando un sms con indirizzo ad Antonio e Nino. 
Nino, per curiosità e passione, 
va anche lui e si porta la reflex, così per far un vero e proprio backstage. 
Tutto a posto, arrivano in orario e si vivono una bella esperienza; filmano e fotografano il tutto 
e tornano a casa tutti felici. Vediamo insieme le immagini: belle, nitide, 
l'audio è quello che è non essendo microfonato 
ma già si delinea facilmente un montaggio di senso compiuto. 
Bene, perfetto, consiglio di salvare i filmati originali sul computer 
e per Nino dovrebbe essere una passeggiata montare le poche scene e aggiungere qualche scatto suo. Trattandosi di un backstage 
e' inutile farlo troppo lungo per non annoiare lo spettatore. 
In massimo 3 minuti di video ce la si cava benissimo. 

Le successive 24 ore. 

A dimostrazione che non puoi "mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco" 
e che l'ironia e' sempre in agguato, in collaborazione con la sfiga "che ci vede benissimo" 
(a differenza della fortuna che è cieca) ecco cosa succede nelle successive 24 ore. 

Tin, Socio e coinquilino, parte il giorno dopo per una gita di gruppo fuori Lisbona; 
furgone, tavole da surf e allegri partecipanti, tra cui Nino. 
Nessun problema, il video da montare e' una passeggiata e abbiamo almeno una settimana di tempo, 
quindi non c'e' fretta e Nino avvisa che andrà in gita con Tin. 
Tin mi chiede in prestito la GoPro, "ok!" dico io, ma raccomando a Nino di salvare i files video sul pc per evitare spiacevoli incidenti, dato che le riprese originali 
sono registrate solo sulla micro SD card. 
Tutto felice penso a come sara' soddisfatto del video Francesco & Co.  
La serata scorre tranquilla in ArtCasa, Nino passa in compagnia di Valeria, 
(un'erasmus spaesatissima alle sue prime armi col mondo) 
e mi conferma la gita fuori porta domani con Tin e gruppo Surf. 
"Bravo! Vai bene te vai bene!" gli dico io, approvando la sua voglia di scoprire e sperimentare. 
Antonio sembra un po' contrariato. 
Appena Nino sparisce e appena Antonio ha un momento libero dal bar, mi si avvicina, 
fuggiamo fuori per alcuni minuti relax e si confida dicendomi che e' preoccupato per Nino;   
Nino ha ripreso a fumare canne, ieri ha comprato erba e stasera gia' e' in giro a fare numeri. 
Io non capisco cosa ci sia di male e Antonio mi fa capire che quando ti prendi eroina e altre porcate 
e finisci in cura sotto farmaci perché ti sei quasi ammazzato sotto effetto di allucinazioni, 
la stabilità mentale è fortemente compromessa e anche un'innocua canna diventa un'arma devastante. 
"Ellamadonna!" rispondo io stupe-fatto. 
Casco dal pero come un contadino mormone, anche se non hanno i peri. 
Casco pure senza casco, ma caspita, che volo! 
Ma il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. 

La mattina dopo. 

Tin mi chiama al cellulare, sono a lavoro, in ufficio. 
Mi scoccia non poter rispondere, 
ma mi scoccia ancor di più che Tin tenti di chiamarmi al telefono, 
lo sa che quando sto in ufficio non posso usare il cell. 
Intuisco che qualcosa non va, forse non trova la GoPro ed è in ritardo sulla tabella di marcia. 
"Beati loro che vanno in gita" penso io e mi chiudo in bagno. 
Sms per Tin in risposta alla sua chiamata senza risposta. 
Poco dopo arriva il messaggio che mi cambia la giornata e l'umore: 
"Sai dov'e' Nino? E' sparito, non c'e' in camera e dobbiamo partire..." 
Come e' sparito? In un istante mi ritrovo alla sera prima, in strada con Antonio, 
la preoccupazione che Nino abbia ripreso a sbomballarsi e abbia smesso di prendere i farmaci.. 
possibili conseguenze.. che sia ricoverato in qualche ospedale dopo una serata brava? Kristo... 
Tento di contattare Nino sul suo numero portoghese: spento; 
tento a contattarlo sul numero italiano: spento. 
Tento di contattare Antonio: non risponde, sara' ancora in coma. 
Gli scrivo un messaggio: "Cercasi Nino, hai sue news?" e scrivo nuovamente a Tin 
per aggiornarlo sull'esito delle ricerche. "Ma la GoPro almeno l'hai trovata?" 
Si, almeno lei c'e'. Era sul tavolo in camera di Nino. 
Comunque rimango in modalità preoccupato. 
Poco prima della pausa pranzo Tin mi scrive per informarmi che lui è partito 
con il gruppo gita, di Nino nessuna traccia e sembra se ne sia proprio andato, 
tra l'altro senza pagare l'affitto che avrebbe dovuto pagare oggi. 
In camera ci sono solo le sue strumentazioni. 
Stupito me ne vado in pausa pranzo. Per fortuna la sorpresa non mi ha tolto l'appetito. 
Ma la sorpresa vera arriva all'ultimo boccone, uno striminzito messaggio di Antonio 
mi scaccola la realtà sul tavolino del bar dove sto seduto. Di colpo il mondo si riduce 
ad una zuppa che è acqua di fogna: "Nino e' tornato in Italia". 
Senza preavviso, senza motivo apparente e senza dirci un cazzo di niente. 
Così, come se fosse sceso da una giostra che ancora gira e gira 
e mi girano i coglioni. 
Tento di contattare Nino sul suo numero portoghese: spento; 
tento a contattarlo sul numero italiano: suona, risponde; 
"Beh ma che cazzo ci fai in Italia?" 
A livello diplomatico in due secondi stiamo tipo Russia-Ucraina 2013/2014 
"attimi alla terza guerra mondiale" da zero a cento in un nano-secondo. 
Non voglio neanche capire il perché di questo atto furtivo. 
Nel giorno che dovrebbe partire in gita con Tin e allegra compagnia, 
qualcuno non è potuto andare per dare a lui quel posto sul volkswagen blu, 
per giunta nel giorno in cui dovresti anche pagare l'affitto,  
un'azione incoerente in stile "torno in patria senza dire niente" 
e dato che il rispetto è rimasto a casa in malattia, passo direttamente 
a quello che a questo punto per me conta davvero: "Ma i filmati originali dove sono?" 
"Stanno nella SD card" 
Tradotto: in gita con Tin, che fa surf e la GoPro con lui, 
e la SD card pure! E se succedesse qualcosa quei bei momenti originali 
andrebbero a fare in culo;
sulla cresta dell'onda ma sempre a fare in culo. 
P.P.V.P. 
Panico da Produttore Video dei Poveri. 
Fanculizzo il fuggitivo, contatto Tin e spiego da manuale come salvare i file sul... 
Sul suo pc? "Tin, tu ce l'hai il pc con te? Si? Davvero!? 
Perfetto, ti prego salvali già stasera e difendi quel pc a qualunque costo!" 
Filmati salvi, mi auguro. 
Montaggio da fare con qualcun altro e possibilmente in una settimana... 
Bah. 
Me ne vado passeggiando verso il secondo round in ufficio, 
in faccia un punto esclamativo pensando al fuggitivo, 
chissà cos'era successo nella sua testa in quelle due ultime notti al Bairro.  
Annoto mentalmente questo fatto come uno strano caso di "dai si facciamo!" 
e fuga a sorpresa, proprio quando si inizia sul serio. Cazzo Nino... 
Nino, 1001 domande che iniziano con "Ma perché?" se ne vanno con te 
e restano a Napoli, tra le strade e tra la gente. 

Epilogo. 

AAA Cercasi Video Maker 
per produzioni indipendenti e montaggio video. 


No perditempo. 

Nessun commento:

Posta un commento